mercoledì 31 agosto 2011

I Miromagnum rispondono...

Come anticipato nel post, la tua nota apre una discussione e pone una serie di punti di riflessione. Riteniamo che le tue osservazioni devono essere accolte come monito per le attività future e come spunto per la valutazione sull’attività sinora svolta. Partiamo dal tuo ultimo interrogativo.

“In tempi di vacche magre non possiamo più permetterci queste manifestazioni oppure oggi più che mai sono necessarie non solo come volano della cultura popolare ma anche delle economie locali ? “

Crediamo a maggior ragione in un momento di crisi, che ognuno di noi debba fare la propria parte: Associazioni, Enti, Aziende, Media nessuno escluso …. Tutti devono partecipare fornendo il proprio apporto di mezzi, risorse e tempi per generare i presupposti di un paese migliore. La crisi si può affrontare in tanti modi: continuando a piangerci addosso, dando sempre la colpa agli altri; assumendo un atteggiamento distaccato oppure possiamo noi dal basso iniziare a sollevarci e dimostrare che è possibile fare di più. Crediamo che chi resta in questa terra, così difficile e arida, per dirla attraverso le parole dell’ultimo premio Faro il Dott. Boemi: “debba crescere prima ed anche alla svelta”.

L’altra sera guardavamo, presso la sede del gruppo, la fiction interpretata in modo magistrale da Beppe Fiorello, “Salvatore D’Acquisto”, tra di noi si discuteva cosa voleva dire essere giovani nel 1943. Quei ragazzi cosa ci hanno lasciato? Sicuramente la speranza che è possibile costruire un mondo migliore. Noi, senza presunzione, nel nostro piccolo lo facciamo quotidianamente, incontrandoci in sede, provando qualche nuova coreografia, stilando un nuovo progetto, il più delle volte impazzendo per far quadrare i conti e quando questo non riesce con la gestione ordinaria con l’autotassazione dei soci.

Chissà quante volte, ognuno di noi ha pensato, “ma chi ce lo fa fare?” Nessuno di noi ha avuto mai il coraggio di dirlo ad alta voce, per non correre il rischio di offendere chi in quel momento stava lavorando. Questo è lo spirito che aleggia in “Casa Italia: Miromagnum”, si perché in primo luogo siamo Italiani e siamo orgogliosi di esserlo, soprattutto quando riusciamo a far vivere come dicevi tu il meglio di noi stessi presso le più belle piazze del mondo. Questo è la nostra visione, ma occorre fare i conti con la realtà. Durante la conferenza stampa di presentazione dello Xenia Festival si è discusso in modo chiaro sulla necessità di un evento di questo genere. Possiamo ribadire senza alcuna difficoltà di condividere a pieno il pensiero del Presidente dell’Ente Parco Pollino – On. Domenico Pappaterra, nel ricordare che la manifestazione rappresenta e lancia la sfida per l’avvenire: “…bisogna rendersi conto che le idee possono essere messe in campo solo se si cercano le sinergie tra i vari attori sociali, se ci si mette assieme, se si fa uno sforzo di sintesi, poiché il solo sostegno delle istituzioni non è sufficiente. L’azione intrapresa di coinvolgimento delle diverse associazioni messa in campo dal Miromagnum è l’idea vincente…”.

Il modello organizzativo da noi utilizzato che mette in sharing enti/aziende/associazioni/media ha già dato vita ad eccellenti risultati come “Adotta la tradizione”, “La tradizione per la vita”, “Walk of life” infine “Xenia Festival”. Ognuno di questi progetti porta con sé sempre una piena o quasi copertura finanziaria (privata/pubblica) già in fase di pianificazione. Riteniamo tutto ciò rappresenti un punto di partenza e non di arrivo, nel prossimo futuro il modello dovrà essere innovato e integrato, con nuova linfa vitale altrimenti come tutti gli organismi è destinato ad estinguersi. Vi chiederete in che modo? La prima idea che ci viene in mente è l’estensione del modello ai paesi limitrofi dell’area dell’alto Pollino.

In questo modo otterremo: pianificazione congiunta evento, univoco format promozionale, allungamento del periodo, de-temporalizzazione, barriera all’entrata per chi voglia creare duplicazioni e tanto altro ancora.

Per realizzare un processo di questo genere occorre essere chiari, il lavoro deve essere svolto ad unisono e ogni comunità deve perdere un po’ della sua autonomia e porsi sempre più in una sana competizione organizzativa, immaginiamo una sorta di “Primarie del Territorio”, un po’ come funziona per l’aggiudicazione dei campionati del mondo o le olimpiadi.

Non è più pensabile o comprensibile che nello stesso periodo in un raggio di azione di meno di 30 km ci siano contemporaneamente 4 festival Internazionali del Folclore, così come anche quest’anno è successo: Mormanno, Morano Calabro, Frascineto, Castrovillari. Riteniamo che questo sia stato un fallimento di tutti.

Quando si parla di economia, la chiarezza è d’obbligo, altrimenti rischiamo di fare sterili discussioni. I Miromagnum, con delibera di consiglio 2008, hanno deciso di fare questo primo passo a supporto di questo principio, l’evento istituzionalizzato ogni due anni.

Attenzione poi all’utilizzo del marchio “Festival Internazionale del folclore” e si preferisce non evocare in questa sede la parola “Turismo”….. termine abusato in passato anche da noi, non abbiamo difficoltà ad essere critici soprattutto verso noi stessi. Bisognerebbe fare un passo indietro e parlare di tradizione orale, ben hai fatto a citare i principi “sulla salvaguardia della cultura e della tradizione orale (Parigi 1989).”

Come ben sappiamo, a livello mondiale sotto l’egida supervisione dell’Unesco esistono organismi che tendono a realizzare i principi espressi dalla “Raccomandazione sulla salvaguardia della cultura e del folklore” della Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la cultura, (Parigi 1989).

Gli organi preposti alla realizzazione e controllo di questi principi sono molti, tra i più importanti a livello mondiale abbiamo il CIOFF, lo IOV, la WIPO. Ognuno di questi organismi internazionali lavora al pari delle agenzie di certificazione. Realizzano la propria missione attraverso il controllo di alcuni vincoli esplicitamente espressi tra i gruppi e gli organizzatori dell’evento, promuovendone l’incontro (ad esempio: il numero dei gruppi partecipanti, le norme di accoglienza, il contributo spese per la partecipazioni ecc.) Ahinoi specie in Italia, non tutto è filato per il verso giusto, ma questo è un’altra storia per dirla alla Lucarelli….. l’effetto è stato devastante non solo non hanno avuto la giusta attenzione nel coordinare/controllare tutti le organizzazioni che dall’oggi al domani si sono lanciate in queste avventure ma hanno creato divisioni e cattive gestioni di cui noi tutti oggi paghiamo le conseguenze.

Se dovessimo fare un paragone con lo sport, a nessuno si vieta la possibilità di giocare a pallone e di organizzare un torneo, ma la serie A è cosa diversa da una terza categoria e pure esiste un unico organismo che ne coordina il ruolo, la Federazione Italiana Gioco Calcio.

Per questo motivo nel rispetto di questi vincoli abbiamo deciso di cambiare nome al Festival e puntare su qualcosa, che come dicevi tu, spaziasse dallo sport, alla musica, all’enogastronomia per meglio affermare il principio della Xenia, inoltre e non per ultimo sono stati gli amici che ci seguono su internet a dettare la linea sul tema della cultura della legalità, promuovendo i due Premi Faro Giardina/Boemi. Nel servizio andato in onda su RAI TRE Calabria è stato colto in pieno il senso dell’evento, il passaggio dal classico Festival del Folclore a Xenia Festival. Questo passo in avanti ha permesso a tutti gli attori protagonisti, giusto per ricordarne solo alcuni: UISP, Ente Parco Pollino, Amm.ne Comunale di Mormanno, Regione Calabria, Quotidiano della Calabria, Faronotizie.it, Proloco, Volley Mormanno, Ladri di Luce, La Valle Interlinee, Eco ambiente, Trasporti Sola Avena e tanti altri, di essere meglio identificati sul territorio posizionando la manifestazione un gradino più in alto rispetto alle altre se pur valide iniziative concomitanti.

Lo spostamento dell’asse dal Festival del folclore al festival dell’ospitalità, ha posto l’accento su un’altra scelta coraggiosa che i Miromagnum hanno realizzato in questi ultimi quattro anni d’attività; lo spettacolo non è più inteso come il puro e semplice alternarsi di canti e balli, bensì qualcosa che va oltre. Abbiamo deciso di percorrere una strada tutta in salita, rischiosa, dove lo spettacolo porta con sé una trama ricca di emozioni, veritiera e nello stesso tempo innovativa, dinamica, al pari di un viaggio sperimentale, seguendo i tempi e modi di un’opera teatrale. Questo risolve il problema da te enunciato “Credo tuttavia che vi sia oramai, in chi guarda e assiste, una saturazione del messaggio, un interesse verso le esibizioni dei gruppi stranieri limitato agli aspetti acrobatici delle danze, allo sfavillio dei costumi, alla bellezza dei volti e dei corpi allenati, alla stranezza degli strumenti musicali.” Questa scelta non solo ci ha premiati ma ci ha permesso di migliorare il nostro brand da pura attività folclorica ad attività culturale.
Forti della nostra visione del folclore stiamo ipotizzando la formula per il futuro del festival; immaginiamo, anche se l’idea è ancora in embrione, che:
- I gruppi ospitati debbano essere opportunamente selezionati in conformità di un percorso simile al nostro;
- Siano previsti dei forum di presentazione, dove ogni gruppo ospite potrà raccontare la storia, i costumi, le musiche, magari anche un momento enogastronomico poter assaporare i sapori della terra di origine.
“Cosa resta di tutto ciò? Questo ha reso Mormanno un paese più ospitale?”
Come sapete i Miromagnum con i loro 30 anni di attività e ben 21 edizioni del Festival hanno ricevuto premi, scattato foto, condiviso momenti emozionanti a Mormanno e non solo… con le tante culture differenti ospitate e ospitanti.
Molte di queste emozioni sono conservate gelosamente nel cuore di ogni elemento e basta una foto, un manifesto, una targa per farle rivivere. Vorremmo condividerle con ognuno di voi, per farlo vorremmo allestire una mostra, dove possano essere esposti questi ricordi. Qui il popolo di Mormanno, potrebbe venirci incontro dimostrando che ha apprezzato e apprezza il lavoro sinora svolto. Vi chiederete come? Fornendoci uno o più locali per allestire un viaggio nella memoria. Tenete presente che a conti fatti circa una persona per ogni famiglia di Mormanno ha fatto o fa parte di questa associazione, sarebbe bello poter ripercorrere questi 30 anni di storia insieme e condividere vecchi ricordi oramai chiusi nel cassetto. Confidiamo in voi! A questo ritorniamo al punto di domanda, sicuramente Mormanno ha sempre dimostrato grande apertura verso il prossimo, forse la migliore risposta che può essere data è il messaggio che uno dei tanti gruppi ospiti ha lasciato sulla bacheca del gruppo ”Mormanno, we miss you!”




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