mercoledì 27 gennaio 2016

Giorno della memoria: per non dimenticare

Come amanti della tradizione, ritengo, che la giornata di oggi debba essere momento di riflessione per tutti noi:   “Il Giorno della Memoria”.   Dal 2005 grazie alla risoluzione dell’ONU 60/7 il 27 gennaio di ogni anno è dedicata alla commemorazione delle vittime dell'Olocausto. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'Olocausto.

Mai come in questi momenti turbolenti il rischio di egoismi dei singoli possa far riemergere dall'oscurità visioni infauste, false propagande e tanto altro ancora. La storia ci insegna che il peggio è sempre dietro l'angolo, spetta a ciascuno di noi essere vigili e attenti e far in modo che tutto questo non si ripresenti.

 

Questo è un dovere che coinvolge ancor di più chi come noi opera nel campo delle tradizioni, degli usi e costumi. La partecipazioni/organizzazione ai Festival Internazionali del Folclore in tutto il mondo porta con se un messaggio di interscambio tra i popoli. La partecipazione/organizzazione implica un’assunzione di responsabilità di ogni partecipante:  “Non esiste e non potrà mai esistere un popolo, una lingua, una danza, un canto, una religione migliore degli altri!”.

 

Come folcloristi abbiamo fatto nostro il motto "diversità ė ricchezza", pertanto con esso subentrano delle grandi responsabilità. Ritengo che ognuno di noi quando indossa il proprio costume onori lo spirito di questa giornata. Il rispetto verso il prossimo, la capacità di saper apprezzare ciò che è diverso dal nostro vivere quotidiano, tutto ciò è la base di partenza per un mondo migliore.

 

Scusatemi se mi sono dilungato ma sentivo l'esigenza di condividere con voi tutti questo mio stato d'animo. Lo stereotipo generalista non rende giustizia, in un mondo dove la comunicazione naviga alla velocità della luce si rischia che la sua generalizzazione prenda il sopravvento, per questo motivo occorre esser Guardiani,  attenti alla storia e alle sue tradizioni, occorre essere vigili e presenti affinché certi tragici avvenimenti non si ripresentino.

 

In questa giornata il nostro pensiero in primis va a tutti quei bambini, donne, uomini morti per colpa della miopia, arroganza, disinteresse e tanto altro ancora. A testimonianza che non tutti gli uomini sono uguali un pensiero va a tutti coloro che si opposero e non chiusero gli occhi di fronte all'Olocausto, ahimè furono troppo pochi! Penso a Perlasca, Bartali, Carlo Angela padre del famoso Piero e tanti altri ancora. Rileggendo alcuni documenti sul campo di Auschwitz, rivedo quelle immagini vissute nel lontano 1993, anno in cui con i Miromagnum, parteciparono al festival di Makow Podhalanski (Polonia) tra i tanti ricordi riaffiorano in me le immagini della rampa di accesso di Birkenau, il silenzio che oggi campeggia nel campo è un segno di come quelle vittime non sono e non potranno essere mai dimenticate.

 

Ma non bisogna nemmeno dimenticare chi pur indossando l’uniforme degli Aguzzini ebbe il coraggio di non rispettare l’ordine di esecuzione nei confronti degli Ebrei. Ripeto furono troppo pochi, ma chi ebbe questo coraggio va ricordato,  per apprezzare meglio il valore di scelta che ogni essere umano possiede, la strada più semplice come in questo caso portò all’oscurità. Per questo motivo ritengo sia importante raccontarvi questa breve storia, ricca di speranza:

 

“Il 26 luglio 1942 era stata decisa dal comando SS la "liquidazione" degli ebrei della città; L’ufficiale della Wehrmacht Alfred Battel, con il consenso del suo superiore, ordinò che il ponte sul fiume San, unico punto d'accesso al ghetto, venisse bloccato: quando un distaccamento di SS tentò comunque di rompere il blocco Battel ordinò che si aprisse il fuoco se le SS non avessero desistito. Tutto questo accadde durante il giorno sotto gli occhi stupiti dei cittadini di Przemyśl (Polonia). Nel pomeriggio dello stesso giorno Battel, utilizzando i camion dell'esercito, fece evacuare dal ghetto, in cinque viaggi, il massimo numero possibile di ebrei trasferendoli nella caserma del comando e tenendoli nascosti nello scantinato. Nel complesso sopravvissero, sotto la protezione della Wehrmacht, 500 ebrei, evitando così la deportazione nel campo di sterminio di Bełżec

 

Trent'anni dopo la sua morte, il 22 gennaio 1981, fu iscritto nell'albo dei "Giusti tra le nazioni" dello Yad Vashem.”

 

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