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Per questo motivo vi diamo il benvenuto e nello stesso tempo vi invitiamo come direbbe @Giovanni Alberti 'siate subito operativi' auguri e benvenuti nella casa dei #miromagnum @Luigi Cosenza @Espedito Ambrosio in casa Miromagnum.
Sembra una cosa facile definirsi socio, ma in realtà è un concetto molto importante e pieno di significati pratici, ma anche profondamente etici.
Condividere gli obiettivi di una associazione e decidere di farne parte per dare il proprio contributo alla realizzazione degli scopi sociali è infatti un atto di principio e di profonda condivisione, ancor prima che essere un atto “burocratico”.
Facciamo un piccolo test: secondo voi quanti tipi di soci possono esistere in una associazione? Ho avuto modo di vedere statuti che contengono le figure più disparate: soci fondatori, ordinari, simpatizzanti, sostenitori, onorari, ecc.
L’associazione è una tipica struttura aperta: chiunque può chiedere di diventare socio purché goda dei diritti civili, decida di condividere ed accettare i valori e le regole previste dallo statuto.
La previsione di diverse categorie di soci in sé non è un problema (se escludiamo la gastrite del consigliere che dovrà tenere sotto controllo il tesseramento e del tesoriere che dovrà registrare le varie quote associative). Però si devono sempre tenere presente i principi di uguaglianza, democraticità e partecipazione.
Non ci possono essere soci si serie A e di serie B. Tutti i soci hanno uguali diritti di voto, di partecipazione alla vita associativa e di controllo. Tutti i soci sono tenuti a rispettare le regole definite nello Statuto, nell’eventuale regolamento interno e le decisioni prese dagli organismi dirigenti e dall’assemblea.
Non sottovalutate i concetti di democrazia interna, uguaglianza e partecipazione, perché sono i cardini dell’associazionismo, una associazione che riunisce regolarmente gli organismi dirigenti e l’assemblea difficilmente sarà una “finta” associazione
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