Siamo pronti, il 13 Ottobre 2014 insieme agli amici dell'Alto Tirreno Cosentino festeggiare i il Santo Patrono di Belvedere Marittimo. San Daniele, è il Patrono di Belvedere, i festeggiamenti in suo onore hanno luogo, nella frazione Marina, ogni anno da tempi immemorabili dal 13 ottobre – giorno in cui la Statua del Santo viene portata in processione dal Convento presso la chiesetta in Marina, eretta in suo onore – al 20 ottobre, con una fiera d’importanza regionale, che rappresenta una delle grandi tradizioni degli usi e dei costumi belvederesi.
La fiera è detta “del lago”. Tale denominazione è derivata dal fatto che nella contrada “Lago” presso S.Stefano di Mangone, San Daniele, dopo cinque anni di noviziato, unitamente ai suoi compagni Frate Partenio Adimari di Corigliano e Frate Anselmo Musitano di Castrovillari, fondo’ nel 1224, per ordine di Padre Bernardino Puglisi, un convento col titolo di “Santa Maria del Soccorso”. Lo stesso titolo è stato dato alla Chiesa del Convento di Castrovillari ove nel 1226 fu tenuto il capitolo che creo’ San Daniele Ministro Provinciale delle Calabrie, ed alla chiesetta in vicinanza del Convento dei Cappuccini in Belvedere Marittimo. La contrada Lago di S. Stefano di Mangone era all’epoca un luogo solitario ed impraticabile, detto “il lago”, dove San Daniele dimoro’ per due anni.
La fiera ha luogo gia’ dall’ottocento e comunque prima della costruzione del tronco ferroviario “Battipaglia‑Reggio Calabria” come si dimostra dalla foto originale di fine Ottocento delle baracche che il comune concedeva ai mercanti per l’evento.
Inizialmente in fiera avveniva la compravendita di ovini, suini e bovini, dove veniva stabilito il prezzo che doveva rimanere tale fino alla fiera successiva. Ricco era anche il mercato dei tessuti dove le mamme acquistavano il corredo per le nozze delle figlie. In quei giorni, a causa dell’enorme folla di visitatori il transitare delle vie della Marina diventava impossibile. Figure d’epoca: le donne diamantesi con i vasetti di terracotta colmi di “alici salate” ed il vecchietto con organetto e “pappagallo” in gabbietta che con il becco estraeva il biglietto della fortuna.
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